In questo Tutorial fotografia di Still life vedrete come ho realizzato questa immagine di un orologio completamente trasparente. Fotografare un articolo trasparente che fa vedere sempre ciò che c’è dietro e che riflette tutto ciò di cui è circondato è stata una sfida certamente molto avvincente. La scelta del fondo nero non è certo a caso. Qualsiasi altro colore avessi usato non faceva emergere il soggetto, diventava lui il protagonista. Quindi, scelsi il “non colore” per eccellenza, l’unico in grado di far emergere la luce nel prodotto.

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Se volete entrare nella mia sala di posa quando ho realizzato quest’immagine, qui sotto trovate il filmato backstage realizzato girando attorno al set. Potete rendervi conto del set stesso nella sua complessità. Di tutte le luci e di tutti gli strumenti posizionati attorno al soggetto. Le luci vengono posizionate e studiate una per volta, ed ognuna illumina nel modo opportuno una certa zona. Talvolta a scapito di un’altra zona…ahimè! Quindi, in questo genere di soggetto, per avere un’immagine efficace bisogna realizzare più riprese, proprio per cogliere, ogni zona, ogni area del soggetto con la luce giusta. Tutte le immagini realizzate saranno successivamente assemblate con photoshop.

Più scatti uniti insieme in post-produzione

Per poter avere certi “colpi di luce” in certe zone del carrello ho dovuto mettere degli specchi o magari dei polistiroli o altri strumenti che entravano visibilmente in campo in certe aree del fotogramma. Qui la tecnica del “multiscatto”. Ovvero realizzare più riprese fotografiche in cui ognuna mette in risalto una certa zona a scapito di altre “invase” da oggetti estranei all’immagine. Chiaramente, utilizzeremo in ogni ripresa, solo le zone a noi gradite. Quelle funzionali al nostro progetto.

Realizzate le riprese, in post produzione si montano su più livelli tutti gli scatti realizzati.
Come primo step è importante assicurarsi che siano perfettamente sovrapponibili, come si dice in gergo tecnico “a registro” (solitamente verifico questo al 400-500%). Questo significa anche una estrema attenzione in sala di posa a non muovere nulla tra uno scatto e l’altro, altrimenti tale “registro” non ci sarebbe più.

Dopodiché, in un secondo step, per ogni livello prendo solo le zone “buone”. Utilizzo solitamente le maschere di livello di photoshop, proprio per non far vedere le zone che non mi piacciono. Come livello di base solitamente metto l’immagine migliore, ovvero quella più vicina al risultato finale. Poi sopra, ci metto tutti quei livelli che vanno a migliorare le zone “critiche”.
Come ultima fase si realizzano le pulizie dell’immagine nel suo complesso ed i piccoli miglioramenti tonali, ritocchi ecc ecc.
Qui sotto trovate uno slideshow con tutti i vari scatti realizzati. Sono descritte le modalità con cui li ho utilizzati e poi montati in photoshop.